In pratica, cos’é davvero la virtualizzazione? E cosa
vuol dire, per un’azienda, virtualizzare?
Una delle domande che più spesso ci viene rivolta è “cosa
significa virtualizzare?“.
Nonostante colossi informatici del mondo virtuale come VMware siano
presenti sul mercato server ormai da più di un decennio,
ufficialmente dal 2001 e addirittura uno dei primi esempi,
introdotto dalla IBM, risale agli anni '60, il panorama italiano
presenta tutt’oggi ampie aree di disinformazione e arretratezza
tecnologica.
In pratica, cos’é davvero la virtualizzazione? E cosa vuol dire, per
un’azienda, virtualizzare?
Per capire facilmente il concetto di virtualizzazione è
necessario fare un piccolo passo indietro e prestare la dovuta
attenzione ad un concetto che per chiunque è talmente evidente da
passare pressoché inosservato:
da quando esiste il Personal Computer, tutti siamo abituati ad
abbinare il contenitore che lo compone e al Sistema Operativo che lo
governa.
Prendiamo il caso ora di una piccola azienda: oltre ad alcuni PC,
utilizzati dal personale, sarà presente anche un server. Dotata di
sistema operativo Windows, Linux, qui risiedono abitualmente le
cartelle di rete (per archiviare documenti e per condividerli),
stampanti, uno o più software gestionali ad uso interno.
Come spesso accade, arriverà il momento di dover affiancare a questo
primo server una seconda macchina: un nuovo software da poco
acquistato non è purtroppo compatibile con la versione di Windows
attualmente installata, ed ha bisogno di una versione più recente.
Non vi è quindi altra scelta che acquistare un nuovo server, munirlo
di un sistema operativo più aggiornato, e procedere ad installare lì
il nuovo software.
Ebbene, la virtualizzazione permette di evitare tutto questo.
Grazie ad essa il nostro sistema può ora gestire contemporaneamente
più sistemi operativi: sulla stessa macchina è quindi possibile
eseguire, allo stesso tempo, sistemi operativi diversi. Possiamo
avere Windows 2003 insieme a Windows 2008, come anche un sistema
operativo Windows insieme ad un sistema operativo Linux.
Il limite a quanti sistemi operativi differenti è possibile gestire
contemporaneamente è dato esclusivamente dalla quantità di memoria
(RAM) di cui il nostro server è munito. Più è la RAM e più sono gli
O.S. che potrò far girare nello stesso momento.
A chi è ancora incredulo e – ragionevolmente – scettico in merito a
quanto appena esposto, porgo il mio invito a ragionare su quanto
segue.
Ci stiamo avventurando in un tema estremamente tecnologico, ben
lontano da fantasie quali la magia, eppure basato su una
constatazione che è alla portata di tutti. Proviamo semplicemente a
fare mente locale sull’evoluzione che i computer hanno avuto negli
ultimi dieci anni – o poco più. A parità di costo si è assistito ad
una costante crescita, i più tecnici parlerebbero di crescita
esponenziale e di legge di Moore, nella potenza di calcolo dei
microprocessori (CPU).
Riprendendo le fila del nostro discorso: un server di oggi ha una
potenza di calcolo che è pari a quella che avremmo sommando tra loro
le potenze di calcolo di decine di server di qualche anno più vecchi.
Sfortunatamente per noi, la velocità con cui i processori aumentano
in potenza non va di pari passo con le evoluzioni del software che
li governa.
Il risultato di questo andamento è che l’equazione per noi
indiscussa:
1 Server = 1 Sistema Operativo
è destinata ad arrecare un enorme spreco di potenza.
La virtualizzazione è, ad oggi, il sistema più efficace per
valorizzare il più possibile la potenza di calcolo del nostro
server.
La nuova equazione diviene pertanto:
1 Server = N Sistemi Operativi
Ovviamente i vantaggi della virtualizzazione non si esauriscono qui,
e a questa veloce ed approssimativa spiegazione dovrebbero seguire
pagine e pagine di approfondimento.
Volendo però rispondere alla domanda che fa da cappello a questo
articolo – perché virtualizzare? – possiamo affermare che la
virtualizzazione ci aiuta sicuramente a:
sfruttare al 100% le nostre risorse hardware – una sola macchina a
fronte di più O.S.
risparmiare in consumo elettrico – meno server, minori consumi
consolidare la nostra infrastruttura – un unico hardware per
software differenti
semplificare le procedure di backup – immagini disco anziché archivi
file
incrementare la longevità del nostro software – indipendente oramai
dall’hardware
ridurre drasticamente i tempi di ripristino – in seguito a rottura
hardware
scalare in modo trasparente e indolore – in base alla crescente
richiesta di risorse
In conclusione, le tecniche di virtualizzazione ci permettono di
conseguire un risultato che per anni è stato appannaggio di pochi:
ottimizzare i nostri investimenti – hardware – e recuperare parte
del nostro budget per investirlo in altri settori – ad es. software,
sviluppo, formazione, assistenza.
Non solo: il mercato è ormai maturo ed offre soluzioni ad ampio
raggio, adatte alla piccola impresa così come alla grande
organizzazione.
Adottare queste tecnologie non vuol dire solo risparmiare in budget
e valorizzare i propri investimenti, vuol dire anche progredire
tecnologicamente e trasportare i propri servizi IT finalmente nel
terzo millennio.